Ossobuco per il compleanno di Manuel

L’ossobuco, forse per il suo colore, forse per il fatto che sia comunemente accostato al risotto alla milanese, forse perché è carne, viene associato all’autunno se non addirittura all’inverno… io, invece, lo chiedo regolarmente per la cena del mio compleanno, che cade inesorabilmente tutti gli anni lo stesso 12 giugno; come è facilmente comprensibile, l’ossobuco è nella top ten dei miei piatti preferiti.

ossobuco

Un po’ come tutti i piatti di carne, l’ossobuco ha una lunghissima cottura: se decido di non usare la pentola a pressione, con la quale ci vogliono 45 minuti, la cottura va dalle due ore e mezza alle tre ore a seconda della carne.

Per la buona riuscita della ricetta la carne ha un ruolo rilevante. Solitamente l’ossobuco è di carne di vitello, ma io preferisco di gran lunga la carne di manzo, più morbida e più sana (visto che i manzi generalmente non sono gonfiati di steroidi quanto i vitelli).
Mi è capitato di non trovare ossibuchi per tutti i miei commensali. In tal caso, una buona alternativa è comprare un cappello di prete e tagliarlo a tranci spessi come gli ossibuchi: il risultato è molto molto simile all’ossobuco, a parte ovviamente l’assenza dell’osso!

Ingredienti:

  • ossobuco (vitello o manzo)
  • brodo di carne
  • limone/i
  • prezzemolo
  • vino bianco
  • farina
  • pepe
  • sale

L’avventura incomincia con il lavaggio della carne e l’asciugatura della stessa, passaggio molto importante visto che molto spesso rimangono schegge e polvere di osso frutto del taglio della fetta. Una volta finito il primo passo, infariniamo bene la carne e, versato un filo d’olio in padella, facciamo soffriggere la carne da entrambi i lati a fuoco vivace mentre la insaporiamo con pepe e sale.
Alla doratura della carne, come da buone tradizioni, facciamo una bella sfumata di vino bianco che conclude la parte più “interattiva” dell’ossobuco.
Visto che siamo eccellenti cuochi, abbiamo preparato a parte un vero brodo di carne (acqua calda e dado), che versiamo nella padella quasi a coprire la carne.
Sovente capita che qualche fetta di carne si “imbarchi” prepotentemente: se accade, prendiamo una forbice e tagliuzziamo il bordo della fetta per far capire a tutti chi comanda.
Adesso, una volta coperta la carne e abbassato il fuoco, possiamo lasciare l’ossobuco nel suo brodo, preoccupandoci solo di girarlo una volta ogni 20/30 minuti.
Se avete scelto il vitello in due ore la carne dovrebbe essere tranquillamente pronta, se invece avete preferito il manzo vi occorrerà un’oretta in più. Se doveste vedere che il brodo incomincia a scarseggiare, aggiungete pure un po’ di semplicissima acqua.
A dieci minuti dalla fine della cottura aggiungete la gremolada: spremuta di limone e prezzemolo fresco in abbondanza. La quantità della spremuta di limone sarà consona al quantitativo di carne e proporzionata ai vostri gusti (a me piace molto quindi ne metterei comunque più di voi), con eventualmente un po’ di scorza di limone, ma solo se il limone è bio, altrimenti la buccia è un condensato di pesticidi.
Ora non vi resta che aspettare che il meraviglioso sughetto, così buono e profumato, si addensi un pochino prima di portarlo in tavola, possibilmente accompagnato da un buon risotto alla milanese!

Buon compleanno a tutti!

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3 commenti

  1. L’ossobuco deve assolutamente essere di vitello, laciate perdere tutte le varianti che vi suggeriscono.
    Vedere ricetta di allan bay.

  2. Ornella, ti confesso che non sono una fan di Allan Bay. In ogni caso, abbiamo specificato chiaramente che di solito l’ossobuco si fa con la carne di vitello, ma che noi preferiamo non mangiarla. E’ risaputo che ai vitelli vengono dati moltissimi antibiotici e altre sostenza di sintesi per farli crescere più in fretta del normale e in condizioni orribili, tra l’altro.
    Noi preferiamo chiamarcene fuori, tanto col manzo è comunque buono.