La piadina romagnola della Nadia

Qualche mese fa sono stata in Romagna, invitata dall’ente del turismo per un weekend alla scoperta di due graziosi angoli del territorio romagnolo: Cesenatico, dove si teneva tra l’altro una simpatica sagra dedicata al pesce dell’Adriatico, e Forlimpopoli, la città che ha dato i natali a Pellegrino Artusi, padre della cultura gastronomica italiana.

Così, oggi vi racconto la mia avventura romagnola e una ricetta molto speciale, forse la più tipica che si potesse portare a casa dalla Romagna: la ricetta della piadina!

Cesenatico è una meta semplice e carina, perfetta per famiglie con bambini che hanno bisogno di aria buona, mare e relax. Il clima è mite anche in autunno, le persone del posto sono molto gentili e il cibo è, prevedibilmente in Romagna, sempre ottimo.
Più interessante per me, e credo anche per il lettori, è stata la tappa a Forlimpopoli: lì, infatti, ho avuto modo di passare una mattina alla Scuola di cucina di Casa Artusi, frequentando un corso “accelerato” di pasta fresca e piadina romagnola.
Dovete sapere che a Casa Artusi, a Forlimpopoli, si custodiscono gelosamente – e si tramandano di generazione in generazione – tutti i segreti della cucina italiana, raccolti appunto dal famoso Pellegrino Artusi, autore dell’imprescindibile volume “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.
Si riunisce per questo intorno alla scuola l’associazione delle Mariette, le sfogline romagnole maestre del mattarello, “eredi” della famosa cuoca Maria che lavorava presso l’Artusi: queste donnine tostissime coltivano da anni, con un’invidiabile dedizione, l’arte della sfoglia, insegnando i trucchi del mestiere alle “nuove leve” che frequentano la scuola.
Ho sempre pensato di essere più o meno in grado di tirar la sfoglia per preparare la pasta fresca, e anche di cavarmela piuttosto bene nell’impasto di pani, focacce e simili, ma confesso ufficialmente di essere un totale impiastro messa a confronto con una marietta D.O.C.
La marietta che si è presa cura di me si chiama Nadia ed è un prodigio del mattarello: in pochi minuti ha preparato sotto i miei occhi ogni formato immaginabile di pasta fresca (tagliatelle, tagliolini, maltagliati, tortellini, cappelletti, malfattini, garganelli… una vera macchina da guerra), per poi passare con disinvoltura, senza fare un plissé, a preparare quasi contemporaneamente anche la mitica piadina romagnola.

 

La piadina vera piadina romagnola è stata una vera rivelazione.
Confesso che non mi ero mai cimentata nella ricetta della piadina, perchè generalmente la piadina, essendo fatta con lo strutto, cioè col maiale, che non è kasher: assurdo vero?! Nei negozi di piadine io posso generalmente ordinare la piadina integrale o quella al kamut – che di solito sono riservate a salutisti, intolleranti, vegani ecc. – ma mai quella normale, a causa degli ingredienti che la mia religione non mi consente. Eppure la signora Nadia è stata gentilissima: ha insegnato agli altri partecipanti al corso la ricetta della piadina romagnola tradizionale con lo strutto, e a me quella con l’olio d’oliva – buonissima ed esteticamente identica all’altra!
Il minimo che io possa fare per ringraziarla è condividere con voi questa preziosa ricetta.

La piadina romagnola

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Preparazione 5 minuti
Cottura 1 minute
Tempo totale 6 minuti
Portata Pane
Cucina Italiana
Porzioni 4

Ingredienti
  

  • 250 g di acqua
  • 500 g di farina
  • 50 g di strutto o 3 cucchiai di olio d'oliva
  • 1/2 bustina di lievito per torte salate

Istruzioni
 

  • In una ciotola versate la farina e il lievito, poi unite lo strutto o l'olio e l'acqua tiepida, più una presa di sale. Mettete l'acqua poco a poco, per ottenere poi un impasto consistente e sodo, liscio e lavorabile.
  • Impastate il tutto per una decina di minuti poi mettete a riposare l'impasto ottenuto per mezz'ora, in una ciotolina, a temperatura ambiente.
  • Dividete l'impasto in 4 palline e stendetele con il mattarello, a formare dei dischi spessi qualche millimetro.
  • Fate scaldare una padella antiaderente e fate cuocere le vostre piadine da entrambi i lati a fuoco vivace; se per caso avete una pentola di terracotta, o ancora meglio il tradizionale "testo", come quello in foto che viene da Montetiffi, mettete sul fuoco lo spargifiamma, scaldate il piatto e procedete con la cottura.
  • Fate cuocere la piadina circa un minuto per lato, e durante la cottura bucherellatene la superficie con una forchetta.
  • Togliete la piadina ben cotta dal fuoco e servitela subito, aperta a tasca o semplicemente piegata a metà, con abbondante ripieno.
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17 commenti

  1. Che bei ricordi, Jasmine, un we davvero indimenticabile, impossible not to smile in Romagna ;)))
    P.S. e del mitico Alfiero ne vogliamo parlare? ahahah
    Un abbraccio

  2. A prescindere o no dalla fede religiosa, io non amo lo strutto e da ligure DOC non posso fare a meno dell’olio d’oliva, la Taggiasca, ad esempio!
    Quindi mi cimenterò con la tua ricetta.
    Baci
    Elli

  3. Adoro la piadina e la scuola di Forlimpopoli (che ho frequentato per diversi corsi).. ma la piadina è un tasto dolente… ogni famiglia ha la sua ricetta e per me quella non è la giusta:

    non va bucherellata, una volta imapstata dopo il riposo non va lavrorata ma tagliata a fette e stesa… non ci va il lievito ma il bicarbonato e andrebbe fatta con il latticello.
    Se non l’hai usa metà latte intero e metà acqua.
    Prova la mia ricetta e poi mi sai dire :)
    https://ilmondodiluvi.blogspot.it/2008/03/piadina-romagnola_06.html

  4. @Luvi ciao! intanto, che onore ricevere un tuo commento! sono una tua lettrice da un sacco di anni e soprattutto per quel che riguarda il pane ho la massima stima della tua opinione! proverò senz’altro la tua ricetta!

  5. In memoria di una nonna romagnola proverò senz’altro….
    Ma con la pasta madre (che ormai mi sta uscendo dal frigo…)?
    Hag Orim Sameach
    A

  6. @Anna non ho mai provato, e in effetti non so nemmeno se valga la pena di provare; so, però, che alcune amiche fanno qualcosa di simile a una piadina con gli avanzi della pasta madre, semplicemente impastandola con olio, sale, qualche erba (rosmarino), e cuocendola in padella per qualche minuto.

  7. Mi chiamo Nadia e sono romagnola di Forlì. Stavo cercando delle ricette della tradizione ebraica e guarda cosa trovo!!! Buon Appetito e quando siete brave a fare la piadina bisogna passare ai “crescioni”.

  8. la pida l’è fàta se stròt, sloli d’uleiva l’è un’ènta roba, bona di stess ma un’ènta roba.

  9. La rason Gianluca la pida l’asfa se strut….per i cultori… per i fighet s’

    loli

  10. parlerei di PIADA e non piadina, prodotto tipico e antico originario della Romagna, la vera formula antica non vuole olio nell’impasto ne lievito, ma acqua e farina 2 grani di sale marino e soprattutto, chiamatele col suo nome PIADA

  11. Sono nato a Lugo nel 1944…a so proprii in vech rumagnol!, pero, e’ dal ’72 che vivo in America.
    Sono cresciuto col la PIE’ e le ricette “modern” stanno alterando le nostre antiche tradizioni.
    FARINA. la farina e’ una di tipo “0” debole, fatta da grano italiano, non misto Manitoba o grano USA
    Acqua (usate quella in bottiglia, anche gasata!
    STRUTTO E BASTA
    alcune famiglie aggiungevano Bicarbonato di soda….ma qui casca l”asino! A bicarbuned fa la pie zala, fa la piadina gialla, e non “lievita”. Per dar vita al bicarbonato, aggiungete pochissimo aceto o vino biaco (Bicarbonato + acido = anidride carbonica!)
    Non usate Bimbi o Planetarie…Mischiate a mano (5-6 minuti). Se mischiate troppo, sviluppa troppo glutine e dop la fa e mastigaz. Lasciate riposare l’impasto per 15 minuti, fate delle palline e riposatele per 30′; dopo di che’ fasiv la pie’ e cusivla sora e test.

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