Il castagnaccio dell’imbucato
Oggi ospitiamo una ricetta di Luca, nostro amico e lettore.
Ci provo. Sì, ci provo, ho deciso: oggi cucino anch’io!
Ancora infervorato dall’esperienza di Foodies in Rome, per la novità di trovarmi in questo ambiente a me sconosciuto dei foodbloggers nel quale – da imbucato qual’ero – sono stato accolto a braccia aperte, mi sono detto: ma tu hai sempre giocato con i fornelli, perché non ti ci rimetti?
Presa la decisione seria, c’era solo capire da che parte andare.
Antipasti? Troppo semplice o forse no: mi sarei bruciato subito, con le mani sporche di maionese impazzita, tra tartine e vol-au-vent.
Primi? No troppo difficile fermarsi a far foto e non mangiare la carbonara, che di sicuro avrei proposto.
Secondi? No, non mi sento ancora pronto…
Proviamo con un dolcetto, uno che mi piace tanto, ma che a Roma non si trova facilmente: il castagnaccio.
Presa come base la ricetta di giallozafferano, facile, chiara e con delle belle foto:
- 500 g di farina di castagne
- 80 g di pinoli sgusciati
- 80 g di noci sgusciate
- 80 g di uvetta
- un mazzetto di rosmarino fresco da rubare da una siepe (quello sul balcone non si tocca che sennò si rovina!)
- 750 ml di acqua
- 6 cucchiai di olio d’oliva dal sapore delicato
- una bella presa di sale
No, niente zucchero, avete letto bene: non serve.
La farina che mi arriva “in dono” direttamente dalla coop vicino casa è quella dell’Amiata: è buona, dolciastra e mi devo trattenere dal mangiarla così com’è col cucchiaino.
Comincio accendendo il forno e lo porto a 200°; nel frattempo scaldo un po’ d’acqua e ci metto l’uvetta a rinvenire: c’è chi la mette nel liquore, ma a me sinceramente di solito non piace l’accoppiata dolce e liquore, quindi evito.
Ora facciamo un po’ di autocritica. Siccome sono un cuoco dell’ultim’ora, (leggasi: una pippa) mi mancano un sacco di utensili, ma giuro su Cerere che li comprerò: questa volta però ho dovuto arrangiarmi con quello che c’era in casa.
- ero sicuro di avere il setaccio per la farina, invece no, non ce l’ho! Risolvo metttendo la farina in una zuppiera e passandola con la frusta a secco prima di metter acqua, sperando che si convinca a non far grumi: funziona!
- le noci sono intere e io non ho lo schiaccianoci, che tragedia! Mi tocca fare all’antica: ne prendo due e le stringo nel pugno emettendo l’urlo di Chen che terrorizza l’Occidente: una si rompe e una no.
Vado avanti così ad libitum stando attentissimo a non unire mallo e guscio, che se qualcuno si spacca un dente poi mi becco pure una denuncia - non ho la teglia ramata da 40 cm di diametro, però ho 1 teglia da ciambellone classica più altre due da torta di alluminio: improvvisamente l’idea di avere tre castagnacci invece che uno solo mi sembra geniale
Ora cari lettori potreste pensare: ma se non hai un cavolo, perché non te lo compri bell’e fatto questo castagnaccio? Eh no amici miei: dove starebbe allora l’ingegno umano, se ridotto a seguire pedissequamente una ricetta già scritta, provata e riuscita, in teglie perfette e utensili fatti ad hoc?
Vabbè, adesso cuciniamo.
Aggiungo l’acqua alla farina, ma poco per volta e sempre mescolando con la frusta elettrica: i primi grumi si formano (ecco, lo sapevo, lo sapevo…), ma poi fortunatamente se ne vanno e alla fine l’impasto risulta liscio e liquido, ma non troppo, diciamo tipo lo yogurt Yomo; aggiungo la presa di sale e mescolo ancora.
Arriva il momento della frutta secca: metto i 2/3 dei pinoli e dell’uvetta, precedentemente strizzata, mentre il resto lo tengo da parte per guarnire la superficie alla fine.
Ho tritato le noci in modo grossolano, sempre con le mani (..che domande!), dunque aggiungo anche quelle all’impasto.
Quando l’impasto è uniforme lo faccio riposare un po’, diciamo un 15-20 minuti: dicono faccia bene, mah…
Ora prendo le teglie e distribuisco l’olio: se, come dovrebbe essere, ne avete una sola, mettete tutti i sei i cucchiai sul fondo, poi muovete la teglia per far andare l’olio anche sui bordi; alternativamente, si può usare la carta da forno bagnata e con attenzione adagiata sulla teglia con poco l’olio, ma io che sono superiore non l’ho messa: ‘sti ausili tecnologici sono da cuoco fighetto. Poi ho litigato col castagnaccio che non voleva venir via dalla teglia, il bastardo, ma questa è un’altra storia…
Fatto ciò, versate l’impasto nella teglia con l’olio e appianatelo bene con un cucchiaio: in teoria dovrebbe essere alto 1 o 2 cm.
Decorate la superficie con uvetta, pinoli e gli aghi di rosmarino freschi e infine mettete un altro po’ d’olio, spruzzandolo uniformemente sulla superficie.
Si, effettivamente c’è un bel po’ d’olio tutto intorno all’impasto, ma non vi preoccupate: va bene così.
E’ il momento di infornare: il castagnaccio cuoce a 200° per circa 50 minuti: togliete il tutto quando la superficie si spacca come la terra del deserto e i pinoli si dorano.
Il castagnaccio cotto va tolto dalla teglia e messo su legno a riposare perchè si asciughi e si compatti bene quindi giù le mani! assaggiatelo dopo una mezz’oretta almeno!
Ora non resta che mangiarlo: buon appetito!!