In una pentola capiente fate un soffritto di aglio e cipolla, a fuoco medio, mescolando spesso finchè la cipolla non è morbida e dorata.
Unite l'agnello, un paio di pezzi alla volta, e fatelo rosolare bene su tutti i lati, poi aggiungete sale e pepe a piacere e sfumate col vino bianco. Una volta che il vino bianco è evaporato, aggiungete acqua fino a coprire tutta la carne e lasciate cuocere a fuoco medio-basso finchè l'agnello non è tenero.
A parte, preparate una ciotola con acqua fredda in cui avrete spremuto il succo di un limone.
Eliminate la punta di ciascun carciofo, tagliandone circa 2-3 cm, poi procedete sfogliando, cioè eliminando le foglie più esterne più dure. Eliminate la parte finale del gambo e con uno spelucchino rimuovete lo strato esterno fibroso. In ultimo, eliminate la barba interna del carciofo, tagliatelo in quarti e mettetelo a bagno nell'acqua acidulata. Procedete così fino ad esaurire tutti i carciofi.
Sbaccellate le fave, se fresche, e poi decidete se volete infliggervi anche la fatica di togliere da ciascuna fava anche la sua buccia/pelliccina oppure no. Io normalmente non lo faccio, ma se volete farlo, ricordatevi che dovete sbollentare le fave qualche minuto, poi le pellicine dovrebbero venire via facilmente.
Quando l'agnello è tenero, aggiungete in pentola i carciofi e le fave, dunque alzate la fiamma per far sobbollire il liquido di cottura (aggiungete acqua se necessario). Fate cuocere l'agnello insieme alle fave e ai carciofi finchè questi ultimi non sono cotti.
Spremete il succo del secondo limone in pentola e togliete il tutto dal fuoco.
Condite l'agnello e le verdure con sale e pepe macinato fresco e servite.
Io preferisco servire l'agnello abbastanza asciutto, con poco del suo sugo, ma a Roma lo si serve brodettato, cioè col suo brodo. Se decidete di servire l'agnello come si fa a Roma, assicuratevi di avere del buon pane croccante a portata di mano per fare scarpetta!