Food Blogger Connect 2010 – Cosa abbiamo imparato

Anche se con imperdonabile ritardo, eccomi qui a raccontarvi – finalmente più in dettaglio – cosa abbiamo fatto e soprattutto cosa abbiamo imparato durante il weekend da foodies di Food Blogger Connect 2010.

Curiosi, eh?!

Andiamo con ordine.

La prima lezione era quella sul copyright tenuta da Jeanne Horak-Druiff di Cook Sister: non ne parlerò diffusamente, perchè ho chiesto a Jeanne il prezioso handout della presentazione, quindi potete leggere bene tutti i dettagli semplicemente scaricandolo.
Il punto della questione era comunque come difendersi dagli eventuali furti di materiali dal proprio blog: abbiamo parlato delle leggi sul copyright, delle varie licenze Creative Commons e del modo giusto di agire per avere i dovuti credits in particolare nel caso in cui il ladro di contenuti sia un giornale.
Alla fine, dopo aver parlato di come difendere i nostri diritti, abbiamo anche concluso che nei casi particolarmente difficili, dove si rischia di andare in tribunale e perdere molto tempo/soldi/energie, è sempre bene domandarsi: ma ne vale la pena?


La seconda lezione era quella sulla scrittura e sullo stile tenuta da Jamie Schler di Life’s A Feast, Jeanne Horak-Druiff di Cook Sister e Kerrin Rousset di MyKugelhopf.
Le tre relatrici sono blogger di grande esperienza e per prima cosa credo di dover dire che il loro speach è stato quello che mi ha dato più idee e ispirazione.
Jamie è una narratrice di storie eccezionale: nel suo blog le ricette si fondono perfettamente col racconto che l’autrice fa dei suoi pensieri e delle sue idee, con un effetto veramente molto personale e uno stile autentico; per lei il blog è un po’ una valvola di sfogo, anzi quasi una therapy, e questo si sente e rende la sua scrittura molto realistica!
Anche Kerrin ha una voce riconoscibile: sia live che online, il suo contagioso entusiasmo e la positività che la caratterizza sono un segno distintivo della sua presenza. Lei, in particolare, non si occupa solo di ricette ma spesso anche di viaggi e lifestyle: il suo stile è così fresco, amichevole, spontaneo che si adatta benissimo a qualsiasi soggetto.
Jeanne è una voce celebre della blogosfera da… beh, da quando mi ricordo della blogosfera!
Anche per lei lo stile conta moltissimo, e anche nel suo caso la scrittura è uno dei punti chiave del blog: è vero che le foto contano, e si vede, ma anche il lato narrativo del post è valorizzato e tenuto in gran conto.
Tutte e tre le relatrici sembravano concordare sul fatto che ciò che fa di un blog un successo sia, tra le altre cose, il fatto di avere una “voce” unica: non tanto il fatto di scrivere tanto o scrivere spesso, ma scrivere bene e con stile.
Ovviamente Jeanne, Jamie e Kerrin hanno inoltre ritenuto giusto puntare l’indice contro i blog scritti in modo sciatto: un corale e deciso no a chi scrive i post sbrigativamente (c’è Twitter per chi ha fretta!), senza curare la grammatica e le parole adoperate. Insomma, potrei sintetizzare il tutto in tre piccole regole: scrivete con la vostra “vera voce”, rileggete prima di pubblicare e ricordatevi che il punto non è scrivere tanto o spesso, ma scrivere bene.

Anche la lezione di fotografia con Hilda Saffari di Saffron And Blueberry è stata interessante, anche se non esattamente una rivelazione.
A dire il vero credo non serva riassumervela, perchè in realtà si è trattato di una lezione sulle basi della fotografia: apertura, ISO, tempi, esposizione… nessun trucco speciale, niente che non possiate rimediare anche in un buon manuale. Ve la cavate da soli, vero?

La lezione verso la quale nutrivo più aspettative era quella di food styling and photography con Meeta Khurana di What’s For Lunch Honey? e Mowie Kay di Mowielicious.
Meeta si è occupata di parlarci della fotografia scattata negli interni e in studio, Mowie invece ha dedicato il suo intervento agli scatti open air.
Meeta ci ha spiegato che per fotografare negli interni lei usa luci artificali, come prevedibile: in particolare, ci ha segnalato le Lowell E1-92 Ego Lights, da utilizzare invece di strumenti da studio più impegnativi sia in termini di spazio e costo.
Mowie ha avuto la parte “facile” del tema: fotografare con la luce naturale, come tutti sanno, è mille volte più semplice!
Mowie in ogni caso ha spiegato come costruisce il set delle proprie immagini: lui tiene la fonte principale di luce a ore 12 rispetto al soggetto della foto, due specchi o due superfici riflettenti ai lati del soggetto e un foglio bianco intorno all’obiettivo della macchina fotografica, per diffondere la luce uniformemente da tutti i lati.
La luce non è mai diretta, a meno che non sia particolarmente tenue, sul soggetto, bensì sempre filtrata da qualcosa come un foglio lucido (tipo carta da forno, per intenderci) sulla fonte, che nel caso di Mowie è una grande finestra tenuta rigorosamente aperta (pare la luce aumenti del 10% con la finestra aperta).
Sul fronte del foodstyling non si è detto niente di fondamentale, o almeno niente che non sapessi già.
Tuttavia le annotazioni fondamentali che farei sono: è bene tenere da parte una porzione del cibo che si vuole fotografare in attesa di avere tempo di fotografarlo se le condizioni non lo permettono; non si fotografa mai nelle ore centrali del giorno ma sempre al mattino presto o nel tardo pomeriggio quando le luci sono più soffuse; è consigliabile tenere il “contesto” il più basic possibile fino a quando non si è proprio dei professionisti, perchè nella maggior parte dei casi un contesto troppo pieno distrae dal soggetto; è opportuno scegliere colori chiari come base della foto perchè sui colori chiari il soggetto risalta di più e al contempo il colore di base riflette la luce.
Direi che il punto centrale della spiegazione non era tanto la tecnica ma l’idea che, date le basi qui sopra, è solo con l’esercizio che si può migliorare le proprie foto: come accade con la scrittura è solo facendo pratica che si trova il proprio stile.

Questo è quanto per i contenuti delle speeches di sabato; a un ulteriore post (poi smetto, sul serio) rimando il racconto su tutte le persone adorabili incontrate e sui nuovi angolini di Londra scoperti in questo viaggio.

Spero che questo e l‘altro racconto vi facciano sentire un po’ dello spirito di Food Blogger Connect: ci vediamo lì l’anno prossimo, vero? Tenetevi aggiornati su Twitter per #FBC11, mi raccomando.

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16 commenti

  1. Che dite ce la faccio a congratularmi per prima?
    Mi è piaciuto molto questo reportage che ho trovato molto onesto. Spero l’anno prossimo di essere con voi.

    Un abbraccio

    Barbara

  2. resoconto impeccabile. sono perfettamente d’accordo sul discorso dello stile e della scrittura, il problema, forse, è proprio il diventare schiavi del blog e del post a scadenze costanti. invece sarebbe davvero meglio aspettare di avere qualcosa da dire e di dirlo bene :) è una cosa che sto imparando piano piano anch’io. quanto alle dritte sullo styling, me ne sono segnate un po’! :) dev’essere stata proprio una bella esperienza!

  3. ma che bello! grazie per averci dato un accenno di “festa londinese” (perchè la immagino come una bellissima festa).
    Metto un appunto sul calendario per il prossimo anno… voglio seguire tutto lì con voi! :-)
    un bacione

  4. mi sarebbe piaciuto tantissimo venire quindi grazie per il tuo racconto! ho visto il sito del locale a Londra, spettacolare, era così bello? se vuoi continuare con altre foto mi farebbe piacere e chissà magari l’anno prossimo…
    Ciao!

  5. Ciao Jasmine, mi piace lo stile con cui hai raccontato questa bella esperienza semplice ed essenziale. Spero di essrci anch’io l’anno prossimo ….magari saprò un pò più di inglese.
    Un abbraccio
    p.s. stasera vado a mangiare koscher, per la prima volta, al Portico di Ottavia qui a Roma : mi consigli qualcosa ??

  6. Grazie per il resoconto dettagliato. Mi fa piacere che anche dei foodblogger italiani partecipano a questi eventi, mi segno le date dell’anno prossimo! ;)

  7. Grazie per averci trasmesso un bel po’ di quello che avete imparato: ma a me è arrivata anche una tonnellata di desiderio di partecipare, era tutto compreso nel prezzo? :))

  8. Che bello! Era veramente un piaciere di incontrarvi e spero che avete imparate belle cose. Questo incontro e perfetto e sono molto (oy, how does one say flattered in Italian???) – the way you describe my writing brings tears to my eyes and I am honored and flattered! So glad you could attend and I am thrilled to have met you as well as discovered your blog! A presto, cari amici!