Show Us Your Food Props
Ilva di Lucullian Delights ha lanciato qualche tempo fa un’idea geniale: “Show Us Your Food Props”, una raccolta di post e foto che raccontino ai lettori i retroscena della food photography, sulle orme del suo progetto “Food props on Sunday”.
Obbiettivo puntato – per una volta – solo e direttamente sui nostri food props: piatti, bicchieri, scodelle, posate, ma anche tovaglie, tovaglioli, strofinacci, fogli colorati… tutto quello che usiamo per scattare le fotografie meravigliose (modestia decisamente a parte) che si vedono nei vari blog di cucina from all over the world.
Naturalmente non ho resistito all’idea di partecipare, dunque ecco a voi… labna.it – the making of.
Premetto che a un certo punto della vita del foodblogger inizia la mania dei food props: da quel giorno, nessuno scaffale della cucina sarà più come prima.
Improvvisamente il foodie realizza che non si può avere un solo, ordinato servizio di piatti: è meglio avere decine di piatti di ogni foggia e colore, tutti rigorosamente spaiati.
Un ragionamento simile si fa per tovaglie e tovaglioli: vi sfido ad aprire i miei armadi e a trovarne uno coordinato con l’altro!
Insomma, filosoficamente parlando: perchè avere due tovaglioli o due piatti uguali quando comunque nella foto ne metterò soltanto uno?!
Io ho la fortuna di avere Manuel come co-blogger, perciò quando compro piatti e tovaglioli li divido con lui se proprio non me li vendono singolarmente, col risultato che abbiamo sempre un tovagliolo a testa, un piatto ciascuno e così via…
Le posate, poi, sono un vero dramma: è difficile trovarle in vendita “sfuse”, ci avete mai fatto caso?
Così, dato che non voglio comprare ogni volta un intero “servizio”, bisogna aguzzare l’ingegno: si inizia cercando forchette e coltelli all’IKEA, da Muji, dal casalinghi di fiducia, nei mercatini di antiquariato… e si finisce a importunare persino i parenti! Chi non ci crede chieda pure a mia nonna Roselda… qualche tempo fa le ho letteralmente rapinato la cucina.
Rendo l’idea della dipendenza che dà il fatto di avere un foodblog e della gravità dei sintomi connessi?
Insomma, a un certo punto – a forza di cucinare e scattare foto – lo styling diventa tutt’uno col piatto, perchè quando prepari una ricetta allo stesso tempo immagini già un sacco di cose: in quale piatto servirla, quali posate abbinare, che taglio dare alla foto per valorizzare il cibo ma anche il contesto… è un’attività non solo pratica, ma anche molto estetica.
Detto questo, un’ultima cosa. Se quello che scrivo vi sembra delirante perchè siete ancora fuori dal tunnel della food photography, abbiate pazienza e guardate a noi foodblogger con simpatia: sembriamo un po’ pazzi, ma come fareste la mattina in ufficio, quando fuori piove e il mondo è grigio, senza tutto il nostro foodporn?