Yabrak
Le yabrak (accento sull’ultima a) sono una ricetta gustosa e intrigante della tradizione ebraica tripolina.
Mia nonna le preparava spesso il venerdì per shabbat, perchè si conservano tranquillamente per un paio di giorni e riscaldate sono quasi più buone che appena fatte!
Preparazioni di foglie ripiene sono diffuse in tutto il Mediterraneo, ma le yabrak non somigliano ad altri piatti, come per esempio alle dolmades greche o al warak dawali libanese, che pure concettualmente sono simili; l’unico piatto che io conosca assimilabile alle nostre yabrak è etli lahana sarmasi, una specialità turca.
Per quattro persone ci occorrono:
- 10 foglie di cavolo verza
- 1 fetta di fegato di vitello scottato alla griglia e tagliato a cubetti
- 150 g di carne trita
- 2 tazzine di riso parboiled
- 1 cipolla tritata
- 2 cucchiai abbondanti di concentrato di pomodoro
- 1/2 bicchiere di olio extra vergine d’oliva
- 1/2 cucchiaino di pepe nero
- 1 cucchiaino di sale
Lavate le foglie della verza accuratamente, assottigliando col coltello la parte sporgente della nervatura, poi sbollentatele per pochi secondi in un’ampia casseruola.
In una ciotola, mescolate la carne, il riso, il pepe, il sale, il prezzemolo e la cipolla tritata.
Distendete sul piano di lavoro le foglie di verza ponendo al centro di ognuna una porzione d’impasto, poi chiudete il fagottino, arrotolandolo stretto, e fermatelo con uno stuzzicadenti.
In un tegame mettete qualche foglia di verza tagliata a listarelle e adagiatevi sopra i fagottini, senza lasciare spazi vuoti tra l’uno e l’altro.
Irrorate con l’olio la superficie dei fagottini e aggiungete il concentrato di pomodoro diluito in un bicchiere abbondante d’acqua, con un cucchiaino di sale.
Appoggiate sopra gli involtini un coperchio o un paio di piatti un po’ più piccoli del tegame stesso: servirà a impedire che gli involtini si aprano, tenendoli ben schiacciati.
Fate cuocere le yabrak a fuoco basso, semicoperte: il piatto è pronto quando il sugo si è ristretto.
mmmmmmmm buoni!!
Le ho mangiate in un ristorantino di Roma, quartiere ebraico chiaramente, e devo dire che pur non amando molto le verze in generale queste mi sono piaciute… ho tentato di replicarle in qualche modo ma pur essendomi documentata non avendo passione per queste verdure il risultato è stato, come dire, abbastanza approssimativo.
Magari ci riprovo tenendo sotto mano la vostra ricetta :)
Buon venerdì! :D
Ciao Jasmine,
questi involtini di verza sanno proprio di ricetta di famiglia, sarà che l’immagine del piatto appoggiato sopra mi ricorda tanto mia nonna… :))
Ho scoperto da poco la bontà degli involtini di verza e questa versione mi ispira un sacco… salvata, grazie :)
……grazie ho giusto una verza in frigorifero mi sa che stasera provo a farle…vi volevo anche ringraziare per le ricette e le fotografie sono sempre belle e mi rallegrano sempre quando le leggo e le vedo…buon week-end
che meraviglia… con queste ricette mi affascini sempre….
Io vado pazza per i similari greci e libanesi…Già che ci penso ho una bella verza a casa, la farò in versione vegetariana!
Mi piace molto scoprire le culture altrui attraverso la cucina. E tu lo permetti con grande eleganza :)
Buona giornata,
wenny
Mi piace passare di qua perchè ogni volta so già che imparerò qualcosa!
Donatella
hanno un aspetto meraviglioso, bello scoprire altri piatti nuovi della cucina ebraica di tutto il mondo. conosco pochissimo della cultura ebraica nordafricana e di cucina tendo più all’askenazita.
la ricetta lme la segno
Shabat Shalom
mie!
devo farle, gli involtini di verza ripieni sono strabuoni anche solo al vapore…però con il riso nella carne non li avevo mai fatti!
smack buon weekend!
interessante ricetta!
buon shabbat!
ma sai che noi in Piemonte abbiamo un piatto praticamente uguale, se togli il concentrato di pomodoro? Si chiamano “capunet” e anche a me li faceva mia nonna…erano squisiti, come questi:-)
Ciao
cinzia
Che ricordi Jasmine! li faceva anche la mia nonna materna ed erano squisiti:)
Baci, buon we!
pat
Cara Jasmine, ti seguo timidamente da novella blogger. Ho scoperto questa tua ricetta e non ho potuto fare altro che trovare impressionanti legami con gli involtini di verza che faceva la mia nonna, anche se nell’impasto non è presente il riso – https://andantecongusto.blogspot.com/2011/02/gli-involtini-di-verza-ovvero-il-sapore.html – E’ incredibile come in molte culture pur distanti, esistano dei legami di collegamento che si manifestano soprattutto nel cibo. Proverò sicuramente questa tua versione, che mi intriga moltissimo. Complimenti per il tuo splendido lavoro. Buon week end,
Pat
Ma se sostituissi la carne con del seitan?
mai assaggiati, mi ispirano moltissimo.
la foto con gli involtini in pentola è bellissima….
mmm…mi sa che quello nella prima foto sia un dolma…non è una foglia di vite quella?
li ho fatto sabato ed erano fantastici! unica difficoltà: far stare chiusi gli involtini… forse ho fatto lessare troppo la verza?
Buonissimi! Li proverò sicuramente. Adoro quando pubblichi ricette tripoline.
Sono buonissimi!
Ne ho mangiati di simili a Cracovia. Li li chiamano golabki. Sono deliziosi, come molti piatti provati in quella città e nel Kazimierz.
Il tuo blog è molto interessante e certe ricette le stavo cercando da tempo.
Grazie.
Elli
molto simili ai “capunet” torinesi..ovvero involtini di cavolo ripieni però di avanzi di carne formaggio uova..la mia nonna li faceva sempre dopo le feste, natalizie o pasquali..quando si cucina sempre troppo..e quindi tutti gli avanzi della carne (vitello, coniglio, pollo, maiale..) si tritavano tutti insieme, uova e parmigiano e noce moscata..come per fare le polpette..poi dopo aver lessato le foglie del cavolo quello chiaro non riccio, si creavano dei sacchettini..si mettevano in forno con una noce di burro sopra..e poi slurppppp..buonissimi anche a temperatura ambiente il giorno dopo.