Cjalsòns di Gianni Cosetti
Come sapete, quando c’è da cucinare (o assaggiare!) nuove ricette i Labna non si tirano mai indietro.
Qualche tempo fa l’amica Rossella del blog Ma che ti sei mangiato? ci ha proposto di partecipare a una sua curiosa iniziativa chiamata Cjalsòns 2010 e noi, pur essendo totalmente ignoranti persino del significato del titolo, ci siamo buttati a capofitto nell’impresa.
I Cjalsòns – spiega Rossella – sono uno dei piatti tipici della regione Friuli Venezia Giulia che si trova nel nord-est dell’Italia.
Si tratta di una sorta di ravioli o agnolotti, adattati a gusti locali e ricchi di ingredienti particolari e non usuali per i classici ravioli.
L’idea di questo progetto è venuta a Rossella leggendo la biografia e l’opera di Gianni Cosetti, cuoco di Carnia (regione montuosa del Friuli) che negli anni Ottanta e Novanta già si impegnava nel recupero delle tradizioni e dei prodotti locali: Cosetti organizzò infatti un concorso per raccogliere le ricette delle casalinghe friulane in tema di cjalsòns, e su 40 partecipanti vennero fuori ben 40 ricette diverse.
Noi abbiamo seguito quella che Rossella definisce la “ricetta esclusiva” dei Cjalsòns di Gianni Cosetti, anche se l’impresa si presentava ardua a causa della sostanziale approssimazione delle dosi e degli ingredienti.
Anna Cosetti, erede del famoso cuoco, indica di procedere come segue.
La prima cosa da fare è preparare una “pasta matta”, vale a dire un impasto di solo acqua, farina, sale e olio.
Noi non siamo stati capaci di cavarcela senza un uovo, quindi abbiamo sostanzialmente preparato la nostra classica pasta all’uovo, che non sarà friulana ma è servita magnificamente allo scopo.
Fatto l’impasto poco ortodosso, ci siamo attenuti alla ricetta di Anna.
Per il ripieno passo la cipolla nel burro e olio, aggiungo gli spinaci, la ricotta bianca, un po’ di ricotta affumicata, pane nero, mela,
sale e pepe.
Frullo il tutto e adagio un cucchiaino al centro di un cerchio di pasta, poi sopra metto l’uvetta ammollata nel rhum e chiudo il raviolo a mezzaluna.
Dopo la cottura, i cjalsòns si adagiano nel piatto con un po’ di parmigiano e il burro fuso caldissimo.
Come vedete, non era esattamente una ricetta… dettagliata! Tuttavia, è stato meglio così, perchè abbiamo potuto adattarla un po’ ai nostri gusti e alle nostre esigenze. Oltre alla pasta all’uovo ci siamo presi qualche libertà anche nella presentazione del piatto, ma possiamo garantire che i cjalsòns sono piaciuti molto a tutti i commensali nonostante questi piccoli tradimenti.
Grazie a Rossella per la bella avventura gastronomica di cui ci ha resi partecipi!