Le pesche di Annie
Durante le vacanze sono stata invitata a cena da una coppia very British, di quelle che abitano in una vera casa vittoriana, con tanto di caminetto e sala da pranzo con foto di famiglia annesse.
Il dessert a conclusione della deliziosa cena offertami da Annie e Chris erano le pesche sciroppate al cardamomo e anice stellato; in realtà, io avevo già mangiato tantissimo e intendevo saltare il dessert, ma dopo averne assaggiata una ho dovuto mangiarne… tre, lo confesso!
Queste pesche sono indubitabilmente il miglior dolce senza cioccolato che io abbia mai mangiato; pertanto appena tornata a Milano ho sentito l’improrogabile, irresistibile desiderio di prepararmene un’abbondante porzione e di condividere la ricetta con gli amici di Labna.
La dose che io ho preparato era idealmente per 3 persone, ipotizzando che ognuno mangi una pesca:
- 3 pesche bianche
- lamponi o altri frutti di bosco
- 1 bicchiere di zucchero di canna
- 1/2 bicchiere di acqua
- cardamomo
- anice stellato
In un pentolino antiaderente fate sciogliere l’acqua e lo zucchero a fiamma bassa, poi lasciate che lo sciroppo cominci piano piano a dorarsi: quello che vogliamo ottenere è uno sciroppo non troppo liquido, diciamo della consistenza del miele.
Quando lo sciroppo vi sembra quasi pronto, aggiungete in pentola 4 o 5 stelle di anice e i semini di una decina di baccelli di cardamomo, e lasciate che lo sciroppo si addensi ancora un pochino.
Togliete lo sciroppo dal fuoco e trasferitelo in un pirex da forno.
Lavate le pesche, tagliatele a metà, privatele del nocciolo e disponetele con la bucca rivolta in giù nel pirex con lo sciroppo.
Mettete le pesche in forno a 160° per circa 1/2 ora: potete verificare la cottura delle pesche infilandoci una forchetta, ma si vede a occhio se sono pronte, e anche il profumo vi attirerà nei dintorni del forno.
Servite le pesche con abbondante sciroppo, un lampone (o una mora) in luogo del nocciolo e un po’ di panna liquida.
Come sapete io non consiglio mai abbinamenti con il vino perchè non sono un’esperta, ma quando ho mangiato queste pesche mi è stato offerto anche un delizioso sherry (nel mio caso, quello più dolce, dalle uve Pedro Ximénez): se ne avete a portata di mano vi converrebbe proprio approfittarne; il mix è una bomba calorica che tirerebbe su anche i morti, ma una volta nella vita si deve pure provare!