Shalut, la torta di pane

Di tutte le blogger della blogosfera – e son tante! – ce ne sono un paio con cui sento un’affinità particolare: Giulia, Valeria ed Emiko.
Prima di presentarvele – anche considerato con ogni probabilità le conoscete già – voglio parlarvi del nostro nuovo progetto: Italian Table Talk.
A partire da oggi, una volta al mese, racconteremo insieme – in italiano e in inglese (English speaker? See the English version!) – la “nostra” cucina italiana: sceglieremo un tema e lo interpreteremo, ognuna a modo suo e attraverso i propri occhi, cercando di dare un’idea – specialmente a chi ci legge da fuori, dall’Europa e dal resto del mondo – di cosa sia la cucina italiana; ci piacerebbe far dimenticare le fettuccine Alfredo e gli spaghetti meatballs, riportando l’accento sulle ricette antiche e sui cibi semplici della nostra tradizione, di cui ci sentiamo in qualche modo custodi.

Il tema che ci siamo date questo mese è il pane, un cibo fondamentale spesso ingiustamente trascurato; per questo, oggi vi racconterò una ricetta “italo-ebraica” in cui il più umile degli ingredienti, il pane secco, è davvero protagonista: parleremo infatti della torta di pane, un piatto antico e molto comune in Italia, che per noi ebrei si chiama shalut.

Permettetemi però, prima di passare alla ricetta, di presentarvi Giulia, Valeria ed Emiko, le tre foodies con cui condividerò questa avventura.

  • Valeria, veneziana di nascita, ora londinese, ha frequentato la scuola dei miei sogni, il master di Slow Food a Pollenzo, ed è una vera guru dei formaggi: conoscete senz’altro il suo blog, My Life Love Food, lo spazio dove racconta – con foto bellissime – i piaceri semplici della sua vita.
    Diciamo che, se dovessi ripensare la mia vita da capo, mi piacerebbe seguire le sue orme!
  • Giulia, toscana doc, non ha bisogno di presentazioni: tutti sapete quanto ammiro il suo stupendo sito, Jul’s Kitchen, di cui ho già parlato mille volte qui su Labna. Giulia è una cuoca eccezionale, una fotografa bravissima e una scrittrice straordinaria: se ancora non la conoscete, dovete subito passare da lei.
  • Emiko è una blogger globe-trotter: io, Giulia e Valeria l’abbiamo conosciuta in Toscana, ma lei ora abita in Australia! Anche se si trova dall’altra parte del mondo, Emiko vive proprio come un’italiana: cucina i piatti della nostra tradizione meglio dell’Artusi, con una precisione davvero filologica. Emiko, infatti, non si accontenta delle ricette: sono le storie a conquistarla, gli antichi segreti che si nascondono dietro a ogni piatto.

 

Ora che vi ho introdotto le ragazze con le quali mi vedrete seduta a un tavolo virtuale nei prossimi mesi, posso finalmente passare alla ricetta, che spero vi piaccia.
Ho trovato questa torta di pane nel libro La cucina nella tradizione ebraica e l’ho preparata con qualche modifica, che trovate qui sotto.

Per due cocotte come in foto ci occorrono

  • 150 g di pane secco (io ho usato un francesino)
  • 700 g di mele
  • 80 g di uvetta
  • 125 g di zucchero
  • 2 bianchi d’uovo
  • 1/2 bustina di lievito vanigliato per dolci
  • latte

Per prima cosa, mentre preriscaldate il forno a 160°, affettate il pane e trasferitelo in una ciotola capiente, bagnandolo con abbastanza latte da inzupparlo completamente e ridurlo in poltiglia.
Sbucciate le mele, tagliatele a pezzetti sottili e trasferitele nella ciotola del pane, mescolando con un cucchiaio; aggiungete poi lo zucchero, il lievito, l’uvetta (precedentemente ammollata in acqua tiepida) e mescolate ancora.
In ultimo, montate i bianchi a neve ferma e incorporateli delicatamente nell’impasto di pane e frutta.
Imburrate e cospargete con il pan grattato una teglia o un paio di cocotte e trasferitevi l’impasto, senza riempirlo eccessivamente perchè la “torta” lieviterà un pochino in cottura.
Fate cuocere il dolce per circa un’ora a 160°, controllando di tanto in tanto che non si bruci in superficie (se succedesse, coprite il dolce con della carta stagnola).
Servite la torta di pane tiepida, magari concedendovi anche una bella pallina di gelato alla vaniglia… yummy!

Non siete ancora “sazi”? Passate a scoprire i post di Giulia, Valeria ed Emiko dedicati al tema del pane!

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Of all the very many food bloggers I know, there are some with whom I feel a particular affinity: Giulia, Valeria and Emiko.
Before introducing them to you – chances are you already know them – I want to tell you about our new project: Italian Table Talk.
Starting today, once a month, we will write – in Italian and English – about “our” Italian culinary culture: we will choose a theme together and interpret it, in our own way and through our personal eye, trying to give an idea – especially to our readers from Europe and the rest of the world – of what Italian cuisine is; we would like to make people forget about fettuccine Alfredo and spaghetti meatballs, in favour of ancient recipes and simple foods of our tradition.

The chosen theme for this month is bread, a staple food often unfairly overlooked; I’m now sharing with you an “Italian-Jewish” recipe in which the humblest of ingredients, stale bread, plays a major role: bread pudding, also called “shalut” in the Jewish community, a very common dish in Italy in the past.

Before moving on to the recipe, allow me to introduce Giulia, Valeria and Emiko, the three foodies who will share this adventure.

  • Valeria,Venetian born, now living in London, has recently attended the school of my dreams, graduating from the master of Slow Food in Pollenzo, where she became a true guru of cheese: You certainly know her blog, My Life Love Food, the place where she shares – with beautiful pictures – the simple pleasures of her life.
    Let me just say that, if I were to rethink my life all over, I’d like to follow her footsteps!
  • Giulia, Tuscan doc, needs no introduction: you all know how much I admire her wonderful site, Jul’s Kitchen, which I have already mentioned a thousand times here on Labna. Giulia is an exceptional cook, a talented photographer and an extraordinary writer: you must visit her site straight away, if you haven’t done that yet.
  • Emiko is a globe-trotting blogger: Giulia, Valeria and I met Emiko in Tuscany, but she lives in Australia now! Even if she is far from Italy as one can be, she still lives like an Italian: she cooks all the dishes of our tradition better than Artusi himself, with a truly philological accuracy. Emiko, in fact, is never satisfied with the recipes: she like to discover stories, all the ancient secrets that hide behind recipes.

 

Now that I have introduced the girls, I can go on with the recipe, which I hope you’ll like.

For two cocottes like the one in the picture you will need

  • 150 g stale bread
  • 700 g apples
  • 80 g raisins or sultanas
  • 125 g white sugar
  • 2 egg whites
  • 1 tsp baking powder
  • few drops of vanilla extract
  • whole milk

Fist of all, preheat the oven to 160° C (320 F).
Slice the stale bread, place it into a bowl and soak it in just enough milk to turn the bread into a thick batter with the help of a spoon.
Peel the apples, cut them into thin pieces and transfer them into the bread bowl, then add sugar, baking powder, vanilla and raisins (which must be previously soaked in warm water), stirring everything nicely.
Eventually, beat the egg whites to stiff peaks and gently fold them in the bread and fruit batter.
Butter and sprinkle with flour a couple of cocotte (or a cake tray) and fill them with the mix, keeping in mind that the bread cake migh rise a bit while baking.
Bake the cake for about an hour, checking che colour of the cake from time to time: should it turn too brown, cover the cake loosely with aluminum foil.
Serve warm, adding a nice scoop of vanilla ice cream if you think you deserve a treat: yummy!

Check out more interesting facts and recipes with Italian bread with the other Italian Table Talk bloggers. Valeria takes us to her homeland of the Veneto, where she tackles the bread vs. polenta tradition, while Giulia and Emiko share thoughts on Tuscan bread.

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18 commenti

  1. stavo giusto pensando a questa torta: ho un sacco di pane avanzato da una grigliata in compagnia. Le alternative sono due: regalarlo alla mamma di mia cognata e barattarlo con ottime uova di cascina, oppure riciclarlo… bellissima l’idea della monoporzione nella cocottina :)Un abbraccio!

  2. grazie della ricetta italo-ebraica della torta di pane, mi hai riportato la mia mamma che la faceva alla domenica, senza le mele ……mi dici cosa significa shalut

    mille grazie anche per tutte le ricette magnifiche e piene di storia

    elena

  3. dicevo in altri lidi (e in altri siti) che io le torte di pane le amo da sempre. la mia vicina di casa quand’ero piccina ne preparava una spettacolare. questa sembra morbidissima e buona!

  4. Ma e’ una meraviglia questo dolce!mi piace moltissimo questa ainiziativa sono già passata da Giulia e vi sto seguendo con piacere!

  5. What a wonderful, simple recipe, sort of between an English bread and butter pudding and a souffle, but then decidedly different! I’m so looking forward to next month’s installment :)

  6. I’ve always searched for a recipe for a bread pudding, never made one, never even tasted one, this one looks the perfect recipe!
    Oh, ma perché scrivo in inglese? comunque bellissima ricetta, fiera di far parte di questo progetto con te!

  7. Bello bello bello, semplice, di sostanza come piace a me! Con soli albumi non l’avevo mai visto, e mi piace assai! Che bel progetto che abbiamo messo in piedi, come sono felice!

  8. Bravissime! Mi piace molto l’iniziativa, mi piace molto la ricetta. Trovo doppiamente golose le cose cucinate monoporzione, che uno se le rompe col cucchiaio o con la forchettina con lo stessa goduria che si prova quando si lascia per primi le impronte sopra la neve fresca :)

  9. E’ meravigliosa la torta di pane! Io aggiungo la scorza di limone o arancia e mandorle tritate o pinoli. E spesso faccio la versione al cioccolato, unendo tanto cacao.
    Dana

  10. i dolci di pane sono molto sani, pieni di fascino per la loro caratteristica di creare meraviglie dalla semplicità! Io ultimamente mi sono fatta cullare dal pudding, e questo tuo (lo voglio provare!!!) è il cugino strettissimo;)) Con il solo albume mi incuriosisce molto..Lys

  11. Nella tradizione ebraico-portoghese invece il pane raffermo va messo principalmente nelle zuppe. In Italia, la pietanza che più si avvicina è la ribollita toscana. In una versione dolce, un utilizzo molto semplice che ti consiglio di provare sono le “fatias paridas”… e bet’avon!

  12. @Naty secondo me con qualsiasi cosa tu usi normalmente, sia latte di riso che latte di soya! non ho mai provato: facci sapere come va!