Bristol: cosa visitare e (soprattutto) dove mangiare – 1 puntata
Come promesso, ecco la prima puntata delle mie vicende inglesi a Bristol.
Anche se sto cucinando selvaggiamente tutti i giorni, perchè la casa dove abito ha una bellissima cucina, non parleremo di ricette in questi giorni di vacanza, ma solo di posti interessanti, oggetti curiosi, facce simpatiche e immancabilmente di cibo.
Sono arrivata sabato notte e domenica mattina ero già a spasso per la città armata di macchina fotografica: potete immaginare quante cose ho già da raccontarvi!
Conosco benissimo Bristol perchè ci sono venuta un sacco di volte, prima da studentessa, poi semplicemente a trovare gli amici, ma devo dire che andare in giro da turista e da foodies mi ha dato un nuovo sguardo sulla città, che spero vi permetterà di scoprirla con me.
Se volete seguirmi bene, potete sbirciare il mio capolavoro di oggi,la google map “Bristol by Jasmine”, con annotati tutti i posti di cui vi parlerò.
La prima tappa è stata all’harbourside e alla città vecchia; Bristol era un tempo un famoso porto per il commercio del tabacco, dello zucchero e degli schiavi, ma oggi il lungo fiume che la attraversa a Sud è per lo più navigato da battelli turistici e da piccole imbarcazioni private.
Al porto ci sono un paio di posti veramente carini, tipo la Millennium Square, dove i bambini giocano nudi nelle modernissime fontane che contornano @Bristol, la città della scienza, con il suo acquario e il gigantesco cinema IMAX 3D.
Se vi piace il cinema in 3D, l’IMAX è un’esperienza pazzesca, da non perdere: praticamente le immagini sono mille volte più vive che nel cinema normale e lo schermo è generalmente inclinato in modo da “circondare” tutta la sala e dare l’impressione che le immagini escano dal video e precipitino su chi guarda (seguite il link a Wiki, dove la cosa è spiegata più chiaramente del mio farfugliare entusiastico).
Attraversato il Pero’s Bridge si arriva in un batter d’occhio da Arnolfini, un posto famosissimo che ospita mostre di arte contemporanea; la mostra in corso è di Kerry Tribe, ma confesso che, come tutta l’arte contemporanea in genere, la cosa non mi ha rapito. Insomma, Arnolfini è un posto figo che non si può non visitare, ma finita la visita… fermatevi al loro caffè: ottimo cibo e vista sul fiume.
Proprio di fronte ad Arnolfini, dove nel 2011 ci sarà il Museum of Bristol, si trovano i vecchi binari della ferrovia, Bristol Harbour railway, con i vecchi treni di una volta: il luogo è molto amato dai ciclisti, perchè la strada che costeggia il fiume è tranquilla e ovviamente vietata alle macchine: anche lì ci sono un paio di posti carini dove fermarsi per un boccone, incluso un caffè molto freak e alternativo su due piani che serve cibo homemade a curiosi personaggi punk ma anche a tranquille famiglie in gita.
Lasciato il porto e tornati verso la città vecchia vale la pena di fare un salto in King Street: qui si trovano un sacco di locali storici e ristoranti, ma anche il famosissimo Old Vic, uno dei teatri più antichi d’Inghilterra, creato nel 1776, ora sede di una prestigiosa scuola di teatro.
Tra i locali di King Street credo si debba segnalare l’Old Duke, un pub tradizionale che ospita praticamente tutti i giorni e a tutte le ore concerti di musica jazz, con artisti locali e stranieri.
Nella città vecchia, muovendomi in direzione Broadmead, la mia tappa successiva era il Corn Exchange, col famoso mercato di St. Nicholas: un tempo la zona era per lo più occupata da banche, ma ora è soprattutto invasa dai turisti, che vi si recano per il mercato coperto di St. Nicholas ma anche per i mercatini di frutta e verdura; proprio in Corn Street infatti, davanti a St. Nicholas, la prima e la terza domenica del mese c’è il mercato dello Slow Food di Bristol, mentre ogni mercoledì si tiene un farmers market, con espositori da tutta la contea.
Chi capita a St. Nicholas deve assolutamente trascurare tutte le cianfrusaglie in vendita e dedicarsi… al cibo, ovviamente.
La zona infatti è piena di baracchini e bancarelle che vendono dolci fatti in casa, formaggi locali ma anche pane, frutta e verdura che arrivano direttamente dai dintorni della città, a km 0 o quasi :)
Io mi sono presa due barrette di shortbread con caramello e cioccolato fatte in casa che vedete all’inizio del post e… come posso spiegare? Erano una cosa commovente. Mangiavo questa specie di biscotto gigante pieno di burro e caramello e pensavo, in un vero “moment of being” in stile Virgina Woolf: io voglio vivere in un paese dove si mangia questa roba qui, altro che pasta e pizza!!
Prima di quello però – quasi dimenticavo – ho mangiato anche una marble cake e una cioccolata calda in un posto kitchissimo e veramente proletario che c’è dentro a St. Nicholas, dove per 2 pound si mangia del cibo genuino e si osservano un sacco di buffi personaggi assolutamente British.
Ok, lo so che è ributtante il fatto che abbia mangiato tutti questi dolci nel giro di un’ora, ma mi sento legittimata dal fatto che
Il segreto del successo nella vita è mangiare tutto quello che è ti piace e poi lasciare che i cibi se la sbrighino tra di loro nel tuo stomaco.
Parola di Mark Twain, amici: volete forse contraddirlo?
Dopo aver fotografato selvaggiamente il mio mezzo chilo di barretta al cioccolato e caramello sono tornata a casa, felice della mia prima scorribanda alimentare della giornata: avevo infatti appuntamento con il mio vecchietto, il padrone di casa, per due spaghetti al pomodoro all’ora di cena, vale a dire alle 18.30, of course!
Lunedì mattina sono tornata in zona Broadmead per andare a Cabot Circus, il nuovissimo quartiere dello shopping di Bristol.
Anche in questo caso mi tocca ribadire la mia assoluta anglo-mania: non c’è una cosa nei centri commerciali inglesi che non mi sembri più bella di quelle che si trovano in Italia. Che si tratti di stoviglie, cartoline di auguri, vestiti, libri… è tutto più creativo, più nuovo!
A volte penso che sarebbe più facile portare dall’Italia le cose che mi mancherebbero qui, piuttosto che portare in Italia tutte le cose bellissime che vorrei comprare qui!
Oltre allo shopping, a Broadmead c’è un bel parco con una antica chiesa semidistrutta, St. Peters, a cui vale la pena di dare un’occhiata dopo aver fatto spese: carichi di sacchetti e pacchettini non c’è niente di meglio che fermarsi sull’erba a Castle Park a guardare le nuvole che corrono nel cielo inglese.
Quando le nuvole si fanno minacciose, come è capitato a me lunedì pomeriggio, è bene avviarsi verso la propria tana, che nel mio caso è nella zona di Clifton, il villaggio elegante e posh di Bristol.
La strada che da Broadmead porta a Clifton passa per il West End, che come potete indovinare dal nome evocativo è il vero centro vibrante della città.
Partendo da College Green, il “pratone” davanti alla Cattedrale di Bristol, si sale su (si sale proprio: è una collina!) lungo Park Street, piena di negozietti vintage, piccoli caffè e librerie fino al cosiddetto Clifton Triangle, dove si impone una visita al Bristol City Museum and Art Gallery; chi non è ancora stanco, poi, può procedere in su verso Pembroke Road e fermarsi da Sands, un delizioso ristorante libanese con dei falafel favolosi.
Ok, mi sono dilungata anche troppo per due soli giorni di viaggio!
Progettavo di raccontarvi anche le mie avventure nel quartiere cinese, nel quartiere indiano e nel quartiere arabo ma lo rimando alla prossima puntata.
A venerdì, ladies and gentlemen!