Focaccine allo zaatar e qualche pensiero
In questi giorni sono molto nervosa e stanca: passo la giornata pensando con preoccupazione agli amici in Israele, dove da poche ore è arrivato l’atteso cessate il fuoco, e la notte mi rigiro nel letto, irrequieta quanto lo sono di giorno o forse più.
Molti di voi, lettori di questo blog, conoscono me e Manuel come “quelli della cucina ebraica”: in effetti, a noi piace raccontarvi le nostre tradizioni, le nostre feste, le nostre ricette caratteristiche, e a voi piace scoprirli attraverso le pagine di questo sito, dove lasciate spesso commenti gentili, pieni di curiosità ed entusiasmo; così, nel tempo, questo blog si è un po’ connotato come un blog ebraico, cosa che all’inizio non era nei nostri piani.
Mi perdonerete, dunque, se oggi divago un po’, e oltre a condividere una ricetta – quella delle focaccine allo zaatar promessa qualche settimana fa – vi racconto anche qualcosa di un paese che amo e che forse non tutti avete avuto l’opportunità di conoscere in prima persona, Israele.
Se non avete pazienza di leggere tutte le mie chiacchiere potete saltare al volo alla ricetta, altrimenti potete continuare qui sotto.
Israele è un paese tanto conteso quanto meraviglioso, un paese dove si respirano storia, cultura, spiritualità, divertimento mescolati inscindibilmente come in un mix di spezie; quando sono lì, spesso e soprattutto d’estate, penso che non ci sia al mondo un posto più bello di Israele: la natura è aspra ma docile, le persone sono semplici ma generose, la società è complessa ma aperta, più che in qualsiasi altro luogo io abbia mai visitato.
Proprio in questi ultimi anni tanti miei amici e parenti hanno scelto di andare a vivere lì, perchè Israele è una terra giovane, piena di opportunità e speranze, dove la gente ha imparato a conservare il passato e a immaginare il futuro con slancio, creatività, entusiasmo.
Certo, Israele è anche un paese che deve chiedere ai propri abitanti 3 anni di servizio militare obbligatorio, un paese che saltuariamente si ritrova a dover combattere per difendere la vita dei propri cittadini: piacerebbe a tutti che non fosse così, ma questa è la situazione per chi ha scelto di vivere nel posto più sacro del mondo, nell’ombelico dell’umanità tutta.
Non mi va di discutere con voi di chi ha ragione o ha torto nel sanguinoso conflitto che da anni insanguina la mia terra: ho imparato che su questo argomento, specialmente in Italia, ci sono posizioni (spesso di principio) troppo radicate perchè se ne possa anche solo discutere senza ostilità; voglio solo farvi vedere, con qualche immagine, che paese meraviglioso sia Israele, sperando che entri nel vostro cuore come lo è nel mio.
Ovviamente ognuno di noi, inclusa la sottoscritta, spera che prima o poi questa terra straordinaria conosca finalmente la pace. Io, da qui, posso fare poco per questa causa, ma penso di rendermi già utile raccontandovi, di tanto in tanto, non solo le tradizioni e le ricette del popolo ebraico in senso stretto, ma anche tutte quelle che ci accomunano alle popolazioni dei paesi arabi con i quali, invece, siamo spesso in conflitto.
In fondo, usiamo le stesse spezie, mangiamo gli stessi cibi… perchè non potremmo abitare pacificamente nella stessa terra?
Questa riflessione mi riporta alla ricetta di oggi, una ricetta comune – come spesso accade – a tanti popoli in Medio Oriente, quella dei maanaiesh bi zaatar, o pitot im zaatar, per dirla in ebraico.
Lo zaatar è una miscela di erbe usata in tutto il Medioriente (ve l’avevo già raccontato in un’altra ricetta, quella dei filetti di cernia allo zaatar, ma repetita iuvant!): generalmente lo zaatar include timo, origano, maggiorana, sesamo, sumac e sale, ma ogni famiglia ovviamente ha la propria ricetta per preparare questo profumato mix, che infatti si presenta anche sotto molte forme, secco, sotto sale o in pasta, mescolato con l’olio.
Lo zaatar ha un sapore molto speciale: all’aroma delle erbe più europee, come il timo e la maggiorana, si mescolano il gusto tostato del sesamo e il retrogusto aspro, simile a quello del limone, del sumac.
Se non l’avete mai assaggiato, dovete obbligatoriamente farlo: il vostro palato scoprirà sapori straordinari.
Associo sempre lo zaatar alla cucina libanese, perchè proprio in Libano si preparano con questo ingrediente molti piatti tipici, come le focaccine che vi racconto oggi – maanayesh o manakish – servite a colazione, e le palline di labna, chiamate shanklish, ma in effetti in tutto il Medio Oriente si consuma un sacco di zaatar: in Israele ne mangiano talmente tanto che le erbe usate per prepararlo sono diventate specie protette, perchè erano a rischio esaurimento!
Focaccine allo zaatar e qualche pensiero
Ingredienti
- 3 tazzine da caffè di farina 00
- 1 tazzina d'acqua tiepida
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1/2 bustina di lievito secco o 1/2 panetto di lievito fresco
- olio extravergine d'oliva per l'impasto e per lo zaatar
- zaatar *
Istruzioni
- In una ciotolina sciogliete l'acqua tiepida, il lievito e lo zucchero, e lasciate riattivare il lievito per qualche minuto.
- Aggiungete tutta la farina e mescolate velocemente, poi unite 2 cucchiai d'olio e impastate bene - aggiungendo un pochino di farina extra se necessario - fino ad ottenere un impasto uniforme, liscio, che non si attacca alle mani. Non aggiungeremo sale, perchè lo zaatar è già molto saporito.
- Trasferite l'impasto in una ciotola lievemente unta di olio e fatelo lievitare coperto con un po' di pellicola da cucina per un'oretta; nel frattempo, preriscaldate il forno a 180°.
- Quando l'impasto è ben lievitato dividetelo in panetti e formate delle focaccine abbastanza basse, schiacciate al centro, poi preparate con lo zaatar e qualche cucchiaio d'olio una pasta densa e spalmatene un cucchiaio al centro di ogni focaccina.
- Fate cuocere le focaccine per una ventina di minuti nel forno già caldo: una volta cotte devono poter essere staccate agevolmente dalla teglia, ma essere ancora abbastanza chiare, non troppo dorate in superficie.
- Le focaccine si conservano abbastanza bene per 24/48 ore, ma sono ovviamente molto più buone consumate calde, appena fatte.
Potete preparare dei buonissimi pani allo zaatar anche usando la ricetta della pita, pubblicata su Labna un secolo fa.
* Se non sapete come procurarvi lo zaatar, potete semplicemente seguire questa ricetta per fare lo zaatar in casa.
io sono un po’ controcorrente….sogno da anni di poter andare in vacanza in israele, ma un po’ per i soldi e un po’ perchè non vuol venire nessuno con me…resta appunto un sogno. Però grazie alle vs. ricette (che provo spessissimo) è come poter essere li tutte le volte che voglio.
bellissimo post, con argomentazioni obiettive che condivido! brava Jas! proverò a preparare le focaccine con la pasta madre liquida che mi è appena nata poi ti faccio sapere. Ah, un consiglio che mi è stato dato da un grande maestro panificatore: l’acqua che aggiungi all’impasto (in tutti gli impasti sia dolci sia salati) deve essere praticamente fredda (pensa che i panettieri in estate la usano gelida) altrimenti si attiva la farina prima del tempo e non lievita più come dovrebbe. Prova e vedrai che funziona. baci Lo
Grazie…per a ricetta….e per l’ articolo….la situazione per noi che siamo in italia e amiamo cosi’ tanto questo paese nn e’ certo facile….intanto faccio queste pittine….un po’ di humus ,qualche falafel e swuarma….e assaporiamo un po’ d’ israele……
toda rabba per tutto
Bellissimo post, dovresti cimentarti più spesso a scrivere cose che vanno al di là delle ricette.
Avevo fatto tempo fa lo zathar in casa, e mi era piaciuto tantissimo: ora devo rifarlo.
Un abbraccio pieno di speranza di pace
Elvira
Bypassando mille considerazionie parole che si doverbbe ro spendere..io deisdero con tutto il cuore che il Mediorioente fiorisca di PACE per sempre.Terre incredibii, affascinanti che vorrei visitare ma, da troppo tempo martoriate dall’odio, dalla guerra e dal sangue innocente.Credo che la preghiera sia interconfessionale e semplicemente umana!
DEtto ciò, comprai lo za’atar a Roma e me ne innamorai subito..mai più senza!Ecco le focaccine mi amncano però!
Un abbraccio
Sara
Hai ragione. Senza conoscenza non ci può essere comprensione. Il cibo, le immagini, la musica, i film, libri e racconti sono esperienze da condividere che aiutano a conoscere e a farsi conoscere al di là dei pregiudizi. Grazie perchè ci aiutate a conoscere!
Ho vissuto solo un mese tra israele e palestina, tra Gerusalemme e Ramallah, ho respirato la magia di quei luoghi, ho parlato con le persone, ballato con loro, discusso, ragionato, lavorato.
Amo quella terra, credo che abbia davvero un’atmosfera aulica e speciale, una terra che riesce a far sentire a casa ogni abitante del mondo.
Allo stesso tempo, ora purtroppo, la magia, quella pura e reale sensazione di appartenenza e di benessere mentale è parzialmente soppressa.
Sentivo spesso una sensazione di impotenza e oppressione, come una grande nuvola colma di pioggia sulla mia testa. La pioggia non cade ma è sempre li, pronta a scendere fragorosamente.
Questo è il mio ricordo di quella terra.
UN paradiso come non ce ne sono al mondo in cui l’uomo ha deciso di porre una nube, una nube colma di pioggia, che con i suoi fulmini e il suo fragore minaccia continuamente distruzione e sofferenza.
Avevo lasciato le mie emozioni tempo fa qui: https://fashionflavorscooking.blogspot.it/2012/05/la-basbousa-dei-ricordi-sigrid-docet.html
Un bacio cara.
E speriamo. Speriamo che questa terra magica riesca a vedere la pace.
Grazie, Jasmine. Shalom aleichem.
Grazie per il buon umore che riuscite sempre a trasmettermi con le vostre ricette!
Ho un dubbio circa lo za’atar. Qui in Spagna è impossibile da trovare. Guardando le tue foto mi chiedevo come lo fai/fate o con cosa lo sostituite. Origano, maggiorana e timo come dice nel link che hai segnalato? Oppure hai qualche altro suggerimento?
Grazie.
Un saluto
Grazie per il post, non posso che condividere il tuo pensiero e le tue speranze per un futuro di pace. Bellissime le immagini, fanno venire voglia mettere qualcosa in valigia e prendere il primo aereo per Israele,nn potendolo fare mi diverto con le tue ricette e studio ebraico, almeno ci provo. Prima o poi l’aereo riuscirò a prenderlo.
Continua a scrivere, il tuo blog è bello perchè va al di la delle ricette, ti fa sentire a casa. Oggi vado alla ricerca dello zaatar e poi mi lancio in questa nuova avventura culinaria.
Shalom a tutti
@Gabriella allora, io ne compro un tipo già mescolato che dovrebbe contenere origano, maggiorana, timo, sesamo e sumac. In genere comunque basta unire questi ingredienti in proporzioni uguali e il risultato è perfetto!
Cara Jasmine, grazie per questo post e non scusarti: quando la guerra entra così prepotentemente nella quotidianità della gente strano sarebbe non parlarne. Conosco lo zaatar, lo adoro e lo utilizzo praticamente su tutto!Vorrei conoscere di più la storia del tuo popolo e la cultura ebraica che mi affascina soprattutto per la forte identità che ha saputo conservare e tramandare di sé. Insomma mi farebbe piacere chiacchierare un po’ di più e soprattutto ascoltare. A presto!
Toda per la ricetta e per raccontarci d’Israele!
Concordo pienamente, e’ una terra stupenda e che spero presto possa trovare la pace.
Attendo con impazienza altre ricette!
non si può non prendere posizione, soprattutto quando si sa che le notizie arrivano addirittura filtrate, e noi in realtà sappiamo una minima parte di quello che accade laggiù.
e già quella minima parte ci lascia sconvolti…
non si può non prendere posizione, non è giusto, lo dico solo perchè sembri stupirti che “soprattutto in italia” (soprattutto in italia? ma sei proprio sicura?) le opinioni sono troppo radicate per discutere…ma meno male che in qualcosa anche noi italiani abbiamo delle opinioni radicate!
nessuna opinione di principio, un solo spunto di riflessione: tre anni di obbligo militare. tre.
“su questo argomento, specialmente in Italia, ci sono posizioni (spesso di principio) troppo radicate perchè se ne possa anche solo discutere senza ostilità”
e aggiungiamoci pure per completezzache in Italia una vergognosa propaganda anti-israeliana diffonde da sempre senza sosta menzogne che distorcono sistematicamente la realta’ dei fatti, sempre e comunque mettendo Israele dalla parte del torto.
Ciao Jasmine, seguo il vostro blog da tempo e mi piace molto. Ho guardato le foto che hai pubblicato e ciascuna mi ha procurato un’intensa nostalgia.
Al di là delle opinioni di ciascuno e dell’invidia che provo verso coloro che hanno le idee chiare su una questione così dolorosa e complessa, per me Israele è semplicemente un grande amore.
E’ un amore di pancia, istintivo e feroce, e come tutti gli amori di questo tipo fatica ad accettare mediazioni intellettuali.
Così anche per me questi sono stati giorni di agitazione, preoccupazioni, grandi arrabbiature e tanta speranza.
Seduta all’alba di fronte alla tomba di Ben Gurion, nell’aria frizzantina del deserto, ho vissuto bellissimi momenti di pace fuori e dentro di me. Era solo un anno fa e pensarci in questi giorni di dolore e di paura mi sembrava quasi osceno, ma credo che ricordare ogni espressione di serenità e di bellezza di questa terra sia prezioso. Come le tue foto.
PS: non ho mai capito come una cosa così semplice come lo zaatar riesca a produrre un così alto livello di dipendenza!
Quoto pienamente Isabella e avrei anche altre cose da aggiungere ma non lo faccio dato che questo dovrebbe essere un blog di cucina e l’apertura di dibattiti a sfondo politico non li sopporto in questo ambito.
Jasmine complimenti per l’ottima ricetta ma principalmente grazie di aver speso parole per Israele, e per tutti gli amici e parenti che ognuno di noi ha lì. Hai saputo racchiudere in poche righe le mille emozioni che si hanno, ogni volta che si mette piede in quella terra meravigliosa. Shabbat shalom.
@Jasmine: grazie, vado alla ricerca del sumac (quando abitavo a Kreuzberg, Berlino era senza dubbio più facile che trovarlo a Palma di Maiorca, ma ci proviamo…), altrimenti me lo invento ;-)
…è una terra che apre il cuore e cambia la vita!
grazie per farmela assaporare di nuovo!
ceci
Grazie per aver espresso cosi bene emozioni che provo tali e quali. Come scrive Anto, anche per me Israele è amore viscerale, e la vista di razzi, allarmi, bombe su luoghi dove provo ogni volta emozioni profonde, mi lacera. Lì è la mia casa dell’anima anche se la mia casa è in Italia. Ogni immagine di distruzione mi riporta alla mente alcune delle parole della dichiarazione stessa dello Stato d’Isrele e alla immensa rosa di meravigliose possibilita’ che sarebbero state possibili e che non sono state. Le parole finali, per la precisione, che dicono :
“Tendiamo una mano di pace e di buon vicinato a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di collaborazione e di aiuto reciproco[…] in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente intero”
Shabbat shalom
grazie per il tuo appassionato e delicato pensiero su israele. COndivido con te il desiderio che si possa un giorno vivere in pace, speriamo!
Intanto mi guardo le tue focaccine e mi ricordo di una zia di mio marito, simpaticissima, che ce le faceva sempre! In casa ho ancora un po’ di zaatar che mi piace mettere sulle melanzane alla griglia, ma quando finirà proverò la ricetta che ci hai segnalato! Un abbraccio!
Anche per me Israele è un grande amore, una grandissima passione da sempre. Sono stata due volte: nel ’97 e nel ’98. E ho provato la sensazione di essere tornata a casa: ero una ragazzina di 23 anni ma avevo dentro al cuore una felicità incredibile. Spero di poterci tornare presto: ho ripreso a studiare l’ebraico e guardo con sgomento alla stato di guerra di quella terra lacerata.
Grazie per le tue ricette, per l’amore che metti nella tua cucina, per la tua passione.
Amira Hass è una giornalista israeliana che ammiro molto
https://www.internazionale.it/opinioni/amira-hass/2012/11/12/il-ponte-della-cultura/
Sono felice di avere trovato questo sito in cui si parla di Israele, ho avuto il privilegio di poter visitarla per due volte è un luogo meraviglioso,Dio è stato generoso con il vostro popolo per aver scelto una terra così ricca, la Vostra terra promessa e rimarrà tale nessun uomo potrà appropriarsene.
Comunque grazie per le ricette sono una mamma lavoratrice con il dono dall’alto di avere avuto cinque figli a me e a mio marito piace cucinare pane in casa, dolci, ecc.., grazie che potrò portare sulla tavola dei profumi da Israele.
A presto
3 tazzine da caffe di farinami sembrano poche per mezzo panino di livito
@Christiane dipende quanta fretta hai che il pane o le focaccine lievitino (io ne ho sempre tantissima); puoi diminuire le quantità di lievito fino a pochissimi grammi, ma devi allungare i tempi della lievitazione!
Grazie per le belle ricette, che copio con vero piacere. E’ bellissimo quello che hai scritto sul tuo Paese. Ho avuto la fortuna di visitarlo grazie al fatto che mia figlia convive (in Olanda) con un ragazzo israeliano. I suoi genitori vivono tuttora in un kibutz al sud di Israele e tre anni fa siamo andati a conoscerli. Accompagnati da mio genero abbiamo visto le grandissime bellezze e assaggiato il cibo, e devo dire che ancora oggi ne sento la mancanza. Ecco perchè ogni tanto sperimento ricette originarie di quei luoghi. Condivido le tue parole sulla situazione di Israele e il mio auspicio è che, prima o poi, i vostri due popoli possano finalmente vivere in PACE. Grazie ancora!!! Shalom
Israele è una terra che affascina ed entra nel cuore.
Ci sono stata e il mio grande desiderio è tornarci.
Il cibo come la musica unisce i popoli.
Speriamo di poter spezzare presto insieme il pane della pace e della speranza.
Shalom.
Sono tornata lunedì da Israele posto meraviglioso e ho mangiato le faccine, ho anche comprato lo zatar che userò nei prossimi giorni. Preghiamo tutti insieme perché quel popolo possa conoscere la pace.
grazie delle belle ricette
condivido l’amore per Eretz Israel, per la sua gente e per la sua cucina che ho scoperto essere particolarmente indicata anche per chi soffre di intolleranze specialmente al lattosio e all’acido lattico che non vengono utilizzati come conservanti nella cucina kasher: invece l’uso nella conservazione alimentare in genere è particolarmente in crescita e se uno soffre di questa intolleranza perde re a leggere tutte le etichette
inoltre il vino kasher non contiene lieviti aggiunti e garantisco che non crea problemi né per chi è intollerante ai lieviti né per eccesso di bisolfiti
Bellissime queste parole, ho da poco conosciuto il vostro blog ma me ne sono già innamorata!e sicuramente non lo lascerò più..infatti la prox settimana proverò a fare la Challah..
che bello trovare un blog che parla della cucina israeliana , ci sono stata meno di un mese fa e me ne sono innamorata, sono sempre piu entusiasta di scoprire molto su questa bellissima terra , molto spesso vittima di prese di posizione negativa che io non capisco !
io ho trovato persone favolose (moto meglio di tante italiane o altre nazioni che ho visitato)sono contenta di essere tornata con delle ricette favolose e spezie sublimi (tra cui lo zaatar) mi sto documentando sulla vostra storia proprio per poter parlare obiettivamente “sapendo “e non solo perche si e condizionati da cio che dice la stampa o la tv, in ogni caso e stata un esperienza molto interessante e spirituale che pochi posti ho trovato.
intanto vi aggiungo ai miei PREFERITI
SHALOM!
In ritardo, e molto, ho scoperto questo sito, utile per conoscere la cultura di un popolo che mi ha da sempre incuriosito. Grazie
mio figlio ha portato a casa lo Zataar da un viaggio in Israele ed è favoloso. Penso che proverò queste focaccine. Io lo uso con la verdura cotta al vapore e sulla pizza, fantastico!
mi hanno regalato un sacchetto di zaatar dal Libano, cerco qualche ricetta….e oltre ad una fantastica ricetta…trovo parole che mi fanno venire i brividi, perchè descrivono gli stessi esatti sentimenti che provo io come araba israeliana verso la mia terra, la più bella dal mondo! complimenti Benedetta Jasmine!
Mi sono imbattura in questo sito facendo una ricerca per zaatar e labna (sono stata in vacanza in Israele la scorsa estate ed avevo nostalgia….). Ho già fatto più volte focaccine e labna, mio marito ed io non ci stanchiamo mai. Proverò sicuramente altre ricette. Complimenti per tutto!
Sono appena rientrata da Gerusalemme, è stato il mio secondo viaggio in Terra Santa dopo quello che feci nel 2000. Conosco la cucina mediorientale per passione e l’ho fatta entrare in casa mia tramite internet. Così ho scoperto anche questo blog. Il popolo ebraico ha indiscusse doti eccezionali di intelligenza e creatività, ma la guerra e la paura uccidono gli animi. Speriamo che un giorno non troppo lontano arrivi la pace, in medioriente come nel resto del mondo! Complimenti per il bellissimo blog, continuate così!